(b.g.) A due terzi completati della “luna di miele” coi veronesi e con la squadra di governo oramai ben assestata (nuovo direttore generale del Comune, nuovo capo di gabinetto, nuova capoufficio stampa e giunta al completo), Damiano Tommasi fa il punto sull’avvio del suo mandato alla vigilia di una impegnativa salita dello Stelvio in bici («Spero di farcela  in tre ore» chiosa), ma – soprattutto – di un ben più complesso autunno.  Se la precedente pandemia ha portato migliaia di veronesi a rivolgersi per la prima volta ai servizi sociali del Municipio l’emergenza energetica e l’inflazione che corre verso la doppia cifra potrebbero allungare la lista dei richiedenti aiuto a Palazzo barbieri.

«E’ una preoccupazione che ho – spiega il sindaco nell’intervista concessa nel pomeriggio ai quotidiani veronesi – ed è più di un timore. Nei mesi scorsi, il Comune era intervenuto mettendo mano ai dividendi extra dalle sue partecipate, ora bisogna vedere se questo sarà altrettanto possibile e dove e come andare a reperire risorse aggiuntive nelle pieghe del bilancio. Abbiamo la fortuna di avere un bilancio importante come Comune e di non essere proprio a secco. Cercheremo e poi presenteremo le nostre idee in Consiglio comunale e lì, tutti insieme spero, troveremo il modo di aiutare i nostri concittadini che andranno in difficoltà. Ma la mia personale preoccupazione va oltre, dobbiamo pensare anche alle imprese del territorio che danno lavoro: ovviamente qui il Comune non può fare molto, le decisioni pesanti toccano a Roma e mi auguro che su questi temi la politica nazionale, anche quella che ci ha portato a delle elezioni in un periodo così sbagliato, metta da parte il particolare per pensare al quadro più generale».

Nel frattempo anche il Comune avvia la propria “spending review” energetica: «Abbiamo già dato mandato per una ricognizione puntuale delle nostre strutture pubbliche per capire quanto e quando consumano energia. Dobbiamo azzerare gli sprechi noi per primi e dobbiamo trovare una soluzione a quelle realtà, penso alle piscine ed agli impianti sportivi, che debbono essere messi nelle condizioni di proseguire nel loro lavoro».

Il quadro economico di complessità impone anche a Damiano Tommasi di mettere mano alle partecipate del Comune, un motore della ripresa della città, ma dove non mancano situazioni in stallo: in attesa di rinnovo dei vertici ci sono l’AGEC con 60 milioni di superbonus pronti da mettere a terra e la VeronaMercato con gli investimenti per la seconda struttura mercatale; l’Aeroporto è stretto fra un piano di investimenti datato e le decisioni dell’Enac sul riassetto del mercato; in Fiera di Verona non si è ancora chiuso il rinnovo dei suoi vertici. E’ ipotizzabile un lavoro di concerto con la Fondazione Cariverona per dare più dinamismo alle partecipate?

«Andiamo per punti, le situazioni non sono tutte uguali. In questo caso scontiamo il fatto che la definizione della squadra di governo e il periodo estivo hanno rarefatto le occasioni di incontro e di analisi degli enti economici. In qualche caso, sono state avanzate le candidature per i nuovi vertici e a breve arriveremo a delle nomine. In qualche altro caso, come la Fiera, siamo in attesa di conoscere il nuovo, o la nuova, DG e stiamo aspettando le valutazioni degli organi amministrativi in carica. Di certo, con settembre inizierà il nostro giro di “ricognizione” delle partecipate andando ad incontrare le imprese, i dirigenti e i CDA. Saremo noi ad andare a conoscere – abbiamo deciso con la Giunta di dottare questo metodo: di uscire dal Palazzo piuttosto che “convocare” – per comprendere meglio la realtà e poi prenderemo le decisioni relative».

Un altro motore della città (che quest’anno ha funzionato benissimo con risultati eccezionali che verranno resi noti la prossima settimana) è l’Arena. Sul Festival lirico è arrivata però la “tegola” delle polemiche su Placido Domingo («Non sono un esperto, ma mi hanno molto colpito le parole della sua lettera: un documento importante che rivela molto dell’uomo e dell’artista» dice Tommasi) e il braccio di ferro sui giochi pirotecnici del concerto d’addio dei Kiss a lungo bloccati dal Sovrintendente Tiné: «Sul caso Domingo e sui risultati della Fondazione si esprimerà il prossimo consiglio d’amministrazione. Abbiamo davanti a noi  degli impegni precisi: dobbiamo ridiscutere l’accordo a tre (Comune, Ministero, Fondazione) per l’utilizzo dell’anfiteatro considerando che il prossimo anno si terrà il centesimo festival lirico e che nel 2026 abbiamo l’appuntamento olimpico. Mi auguro di riuscire a trovare le basi di un nuovo accordo che apra l’Arena in via definiva anche ai grandi eventi sportivi e di trovare una soluzione logistica valida già dalla prossima estate per risolvere il problema delle scenografie parcheggiate in Bra così da restituire una piazza più agibile. Resta il problema dell’extralirica – attività importante per il botteghino – dato che il prossimo anno ci sarà un peso maggiore alla lirica proprio in virtù del suo centesimo festival. Mi auguro però che il metodo che abbiamo inaugurato – un confronto trasparente sulle rispettive attese e necessità – ci porti velocemente ad un nuovo  accordo che sia vantaggioso per tutti».