(Di Gianni Schicchi) Da quest’anno l’Estate Teatrale Veronese si è avvalsa anche della collaborazione del Centro Skené – fondato due anni fa in piena pandemia, da Silvia Bigliazzi e Sidia Fiorato dell’Università di Verona, con David Schalkwyk (direttore del Centre for Global Shakeespeare della Queen Mary Università di Londra) e John Blondell (del Westmont College e Lit Moon Theatre Company Santa Barbara Usa) – che ha consentito un’offerta più ampia e articolata. Ciò ha rafforzato la dimensione internazionale di un festival (Fringe Festival) che vuole affiancare lo storico Shakespeariano al Teatro Romano con una iniziativa che valorizzi in chiave sperimentale e innovativa l’opera di Shakespeare, che trova a Verona la sua sede italiana per elezione.

Mercoledì sera alle 21.15 (con replica giovedì 15 alla stessa ora) l’attività al Teatro Romano si conclude con Ifigenia in Tauride di Euripide (nella traduzione di Giorgio Ieranò) con la regia di Jacopo Gassman. La prima figlia di Agamennone, Ifigenia, che tutti credono morta, vive nella remota Tauride. La dea Artemide l’aveva salvata sostituendola con una cerva e portandola lontano dall’Aulide nell’attimo in cui il padre la stava sacrificando. Ifigenia lo narra nel prologo, descrivendo la sua dolorosa situazione di sacerdotessa di Artemide, straniera in un paese straniero, costretta a sacrifici umani. Il fratello Oreste, in fuga dalle Erinni, approda in Tauride con Pilade e sfugge al sacrificio perché riconosce la sorella. I tre beffano in re locale, Toante, e fuggono per mare. Un testo straordinariamente avvincente, diretto da uno dei più interessanti registi italiani del momento, con un cognome importante alle spalle.

La storia di Ifigenia, vittima designata della follia degli uomini e della cupidigia bellica, torna così sul palco del Teatro Romano, rinsaldando la collaborazione con il Teatro Greco di Siracusa. A Jacopo Gassman il compito di offrire una nuova veste a questa ineluttabile favola utopica. Personaggi ed interpreti: Anna Della Rosa (Ifig[AM1] enia), Ivan Alovisio (Oreste), Massimo Nicolini (Pilade), Alessio Esposito (Bovaro), Stefano Santospago (Toante), Rosario Tedesco (Messaggero). Le scene sono di Gregorio Zurla, i costumi di Gianluca Sbizza, il progetto sonoro di GUP Alparo, con il disegno luci di Gianni Staropoli e la direzione del coro di Bruno De Franceschi.