Si chiama Risk-Based Breast Screening in young woman: taylored imaging protocols, RIBB, il progetto pilota avviato nel 2018 e che proseguirà fino al 2025 rivolto alle giovani donne di età compresa tra i 45 e i 49 anni ed inserite nel programma di screening mammografico personalizzato nato dalla sinergia tra la Regione del Veneto, lo IOV ed Azienda Zero.

“Abbinando prevenzione e cura, questo progetto pilota ci ha permesso di valutare l’efficacia e la sostenibilità dell’estensione alle quarantacinquenni dello screening mammografico tradizionale – fa sapere l’assessore alla Sanità regionale -. Coinvolgendo oltre 10mila venete il programma ha permesso di identificare già alla prima chiamata 64 nuovi casi di tumore in donne asintomatiche, avviandole al trattamento ritenuto più adeguato. Numeri che sono alla base della scelta di proseguire con la diagnosi precoce fino al 2025, continuando a seguire le donne inserite nel programma quattro anni fa affiancandole fino al loro ingresso nell’attività di screening standard prevista nelle UlSS territoriali di residenza”.

Se con gli screening mammografici tradizionali è stata ottenuta una riduzione del 20% della mortalità per cancro al seno nelle donne dai 50 ai 74 anni di età, ampliando la fascia d’età la Regione intende compiere un significativo passo avanti verso una maggiore incisività dell’attività di screening contro il tumore alla mammella.

“Già la mammografia in due proiezioni eseguita ogni due anni rappresenta un potente strumento di diagnosi e prevenzione – conclude l’Assessore -, ma i risultati ottenuti fin qui con il progetto pilota ci indicano che è possibile fare di più. Da qui la scelta di inserire nel piano di prevenzione 2020-2025, già approvato dalla Giunta regionale, l’estensione dello screening alla fascia d’età 45-49 e di continuare a sostenere il progetto pilota, che continuerà a darci indicazioni importanti sui fattori di rischio per identificare precocemente i nuovi casi di tumore in donne asintomatiche avviandole subito ad un adeguato trattamento”.