Questa mattina il sindaco ha partecipato alla cerimonia per il 79° anniversario dell’eccidio della Divisione Acqui al monumento nazionale in circonvallazione Oriani, eretto a Verona nel 1966 per ricordare i soldati veronesi caduti a Cefalonia e Corfù tra il 12 e 26 settembre 1943 .

Sono intervenuti il Comandante del Comando delle Forze Operative Terrestri di Supporto Comfoter, Generale di Corpo d’Armata Massimo Scala,  il Prefetto di Verona Donato Cafagna, il Comandante della Divisione Acqui, Generale Francesco Bruno, il presidente dell’Associazione Nazionale Divisione Acqui Giuseppe Dalpiaz e di quello della sezione veronese Claudio Toninel, oltre a numerose autorità civili, militari e religiose, i medaglieri, i labari e le bandiere delle Associazioni d’Arma, Combattentistiche e della Resistenza, la Bandiera di Guerra e gonfaloni di città e province decorati al Valor Militare.

Presenti inoltre gli studenti delle classi 3^G, H e M della scuola media Vittorio Betteloni.  

«E’ un onore per me rappresentare la città di Verona, decorata Medaglia d’Oro al Valor Militare – ha sottolineato il sindaco – e ringrazio tutte le autorità intervenute per commemorare questa tragica pagina della nostra storia, che va ricordata e non dimenticata. Un gesto rivolto soprattutto ai ragazzi, perché questo aiuta a costruire il nostro e il loro futuro. Le guerre non si perdono e non si vincono, ma si superano, ed è nel modo in cui lo si fa, che fa la differenza nella costruzione delle nostre comunità. Purtroppo la tecnologia e i mezzi di informazione ci fanno vivere l’attualità della guerra vicina, portandoci dentro ai tragici eventi. Guerre che lasciano eroi e vittime, ma che devono anche insegnarci a formare una collettività basata sulla convivenza pacifica, sull’aiuto, sulla condivisione di quello che siamo tenuti a custodire. Il nostro futuro dovrà avere basi diverse da quelle che, come la storia ci ha insegnato, hanno portato tragedie. E’ responsabilità di noi adulti tramandare alle nuove generazioni il ricordo, l’onore ai Caduti e a quanti hanno cercato di interrompere quegli eventi funesti. Siamo tutti corresponsabili del nostro futuro e di come sarà la nostra comunità.

I simboli e le cerimonie possono sembrare lontane e fuori dal tempo, un qualcosa di strano e di inconcepibile, ma è proprio in questo che dobbiamo trasmettere l’importanza della memoria e di una materia scolastica come la storia, spesso sottovalutata ma invece base fondamentale per la costruzione del nostro futuro. Viviamo dunque questi momenti, e portiamoli dentro senza dimenticare i reduci, che dobbiamo ringraziare e che ci riportano ai drammatici momenti di una storia che sembra lontana, ma che invece è vicina a causa degli eventi attuali».