Preoccupa la posizione di Fratelli d’Italia sull’Autonomia. Al di là delle rassicurazioni agli alleati al momento della sottoscrizione del programma comune e di quelle rilasciate in campagna elettorale in quelle regioni, come il Veneto, dov’è più sentita l’esigenza dell’Autonomia, poi però, quando si va al vedo, il partito rimane sulle note posizioni centraliste.

Perfino sulla sanità, che è una competenza regionale consolidata, Marcello Gemmato, responsabile del settore per il partito della Meloni, prende le distanze dagli alleati. Secondo lui il “regionalismo sanitario”, cioè l’attuale assetto basato sulle competenze delle Regioni in sanità, è qualcosa di negativo perché ha portato ad una “sempre più marcata sperequazione tra la sanità del Nord e quella del Sud”.

Non si pone nemmeno il problema che quella che lui chiama “sperequazione” dipende da sacche di inefficienza e disorganizzazione di certe regioni. Non si cura, per esempio, che la Calabria per anni non ha nemmeno fatto un bilancio, tanto da essere commissariata. Non tiene minimamente conto del principio di responsabilità. No, parla di “sperequazione”, un termine generico che potrebbe fare pensare a chi non se ne intende che le differenze fra regione e regione dipendano dal fatto che alcune sono privilegiate con finanziamenti maggiori di altre. Una visione non solo sbagliata, ma fuorviante e molto pericolosa in quando chiude la saracinesca all’Autonomia e addirittura mette in discussione quel poco di autonomia che c’è già.

“Riteniamo che in sanità c’è bisogno di una maggiore regia a carattere nazionale” sentenzia il responsabile della sanità di FdI. Il che significa di appiattire inevitabilmente tutto verso il basso.

E, proprio per non sbattere la porta in faccia agli alleati, ricorre al solito espediente politico per spostare alle calende greche il tema dell’Autonomia, mettendolo in un relazione di dipendenza con la realizzazione del Presidenzialismo.

“Noi- sostiene Gemmato-  su questo abbiamo la visione di uno Stato più presente e riteniamo che prima di parlare di regionalismo differenziato si debba affrontare il tema del presidenzialismo”.
Siamo alle solite. Gemmato sa benissimo che per riformare la Costituzione in senso presidenziale è necessario molto tempo, a differenza di quanto serve per concedere l’Autonomia al Veneto. E allora, proprio per non ammettere la contrarietà del suo partito, si nasconde dietro il dito della Repubblica Presidenziale, ignorando volutamente che il 98,8% dei Veneti nel 2017 ha votato per avere l’Autonomia e la sta attendendo da 5 anni.
Il gioco è scoperto: tiriamo avanti, se ne riparlerà dopo che avremo l’elezione diretta del Presidente della repubblica. E magari, nel frattempo, togliamo alle regioni anche quel poco di autonomia che hanno in materia di sanità. Appiattendole tutte. Magari sul livello della Calabria. Forse la Meloni al suo responsabile della sanità una parolina dovrebbe dirgliela.