Il turismo odontoiatrico è un fenomeno ben noto in Italia. Dopo la disgregazione della Yugoslavia negli stati attuali come la Croazia è nata l’offerta di studi dentistici che, grazie al cambio delle monete e al diverso tenore di vita, potevano praticare cure odontoiatriche a prezzi molto inferiori rispetto all’Italia. Da allora s’è creato un flusso di pazienti che per risparmiare si recano in Croazia – ma più recentemente anche in  Slovenia, Ungheria, Albania e Romania- per andare a curarsi i denti, a fare degli impianti e delle protesi a prezzi molto più bassi. Alla base del fenomeno anche il fatto che il nostro Servizio Sanitario Nazionale per l’odontoiatria fa ben poco e tutto viene svolto negli studi privati, nei confronti dei quali lo stato non ha mai fatto nulla per poter calmierare i costi, magari andando incontro alle spese sostenute dai dentisti.

Addirittura alcune agenzie croate organizzano dei pacchetti a prezzi convenienti, ben reclamizzati sui media italiani, nei quali sono comprese le cure dentistiche, il viaggio ed anche la permanenza in un albergo.
L’Andi, la più importante associazione nazionale di dentisti italiani, calcola che sia solo l’1% degli italiani a prendere in considerazione queste offerte. Un percentuale in calo, a causa della progressiva diminuzione della differenza dei costi fra l’Italia e la Croazia, ma anche per molte esperienze negative fatte col ‘turismo odontoiatrico’.
C’è però una quota che, non potendosi permettere di affrontare il costo delle cure dentistiche nel nostro paese, viene attratta dalla convenienza economica di andare in Croazia. Ma non è solo questione di soldi. Un’altra motivazione è che le cure vengono concentrate e svolte in poche sedute. Il che per il paziente rappresenta un vantaggio per la minor perdita di tempo.
Ma c’è anche il rovescio della medaglia. Molte volte la soluzione più veloce tende a non rispettare i tempi della natura o a eludere determinati passaggi terapeutici. Così, nella migliore delle ipotesi, molti, dopo che sono tornati a casa, sono costretti a rivolgersi a un dentista per rimediare a qualche guaio o anche semplicemente per risolvere un problema momentaneo, come la scementazione di un ponte o l’insorgenza di un dolore, non potendo andare in Croazia o all’estero ogni volta. Sempre che dopo qualche tempo, quando hanno già pagato tutto, salti fuori qualche granuloma, qualche fistola o qualche patologia a carico delle mucose circostanti il manufatto protesico che è stato applicato.
Ci sono certamente bravi dentisti anche fuori dall’Italia. Ma è l’impostazione del turismo odontoiatrico, per il contenimento dei costi e dei tempi, ad essere rischiosa in sé. Senza considerare il fatto non da poco che la distanza rappresenta un grosso ostacolo in quei casi, abbastanza frequenti, che sia necessario ricorrere al dentista anche per problemi inaspettati.