La Giunta regionale del Veneto ha sistemato definitivamente le possibilità per i propri cittadini di aderire alla campagna di prevenzione del carcinoma del colon retto. Gia è in atto sul territorio la possibilità di parteciparvi. A casa di ogni veneto che ha superato i 50 anni di età arriva una comunicazione della locale Ulss per recarsi in farmacia a ritirare un kit per il prelievo di un campione per la ricerca del sangue occulto nelle feci. La presenza di tracce ematiche anche invisibili è un campanello d’allarme che consiglia di procedere ad altri esami più accurato per verificarne l’origine, che potrebbe essere appunto dovuto alla presenza di un tumore nell’intestino. Fino a due anni fa bisognava recarsi presso un distretto per consegnare l’esame effettuato. Da due anni si può consegnarlo direttamente in Farmacia.
“Tale determinazione – ha spiegato la Regione Veneto- nasce dalla volontà di consolidare, in via ordinaria, un percorso avviato circa due anni fa in via sperimentale per effetto di specifica normativa statale. Gli esiti di detta sperimentazione, alla quale tutti i soggetti a vario titolo coinvolti, dagli Enti del SSR, alle farmacie di comunità e alla distribuzione intermedia, hanno garantito il massimo impegno, si sono infatti rilevati estremamente incoraggianti, specie in termini di risposta partecipativa da parte dei cittadini”. 

Il fatto di di potersi avvalere di un servizio di prossimità com’è quello  delle farmacie, diffuse capillarmente sul territorio, è un momento decisivo per incentivare i cittadini a partecipare alla campagna di screening che, è bene precisare, è gratuita.
Anche questa iniziativa è inquadrata nella prospettiva di integrare sempre di più le farmacie nel SSN come terminale vicino al cittadino.