Un Paese pronto ad emozionarsi, un Paese pronto a rimuovere, un Paese incapace di una politica di vera integrazione: questo il mix perfetto per un’Italia sempre più divisa fra vecchi e nuovi italiani, pronta a replicare le banlieue di Francia e Belgio. Per questo, la Lega ha scelto Peschiera del Garda per presentare il suo progetto di legge per il contrasto alle baby gang, ovvero il posto dove si è consumato quest’estate un raid dai forti contenuti razziali con episodi di teppismo, di intolleranza e di violenza di genere. Un episodio che nell’immediatezza ha generato più di un grido d’allarme, ma che poi è finito dimenticato fra i cento casi di cronaca dell’estate italiana. Invece, per Vera Slepoj, psicologa, quell’episodio è stato una sorta di spartiacque: “Per la prima volta si è visto manifestarsi un odio esplicito verso le “donne bianche”, si è vista l’’affermazione di un branco “contro” un’idea di Stato e di società, la conferma oramai dell’assenza di “limiti” e di “regole” condivise come l’assenza di un modello di famiglia forte in grado di proporre modelli positivi”.

La ricetta della Lega è, tutto sommato, semplice e non prevede soltanto la parte repressiva. Andrea Ostellari, presidente della Commissione giustizia del Senato, ha presentato la proposta di legge che, finita triturata dalla chiusura anticipata della legislatura, verrà riproposta in autunno al nuovo Parlamento: «Punti precisi: abbassamento dai 14 ai 12 anni dell’età “imputabile” per gli appartenenti alla baby gang che saranno soggetti all’ammonimento da parte del Prefetto col coinvolgimento obbligatorio dei loro genitori nel provvedimento così da responsabilizzare le famiglie sin dal primo accenno di comportamenti delittuosi; lavori socialmente utili da realizzare come misura di compensazione e alternativa ad altre pene per i giovani che si rendono protagonisti di atti di teppismo. I lavori socialmente utili verranno realizzati nella e per la comunità colpita col coinvolgimento dei servizi sociali territoriali; obbligo per i gestori di internet di cancellazione dei video e delle immagini postate dagli appartenenti alle baby gang per fermare il fenomeno dell’emulazione con pesanti sanzioni nel caso i provider non adempiano in fretta alla cancellazione di questo materiale che a volte è un vero e proprio incitamento all’odio.  E ancora, sanzioni per i genitori che non rispettano l’obbligo scolastico dei figli a valersi anche su reddito di cittadinanza e assegni unici.

Infine, non potrà avere a 18 anni la patente di guida il giovane che si sia comportato male, faccia parte di gang, sia protagonista di episodi di teppismo o peggio. Prima di valutare se è in grado di guidare un’auto va valutato se è in grado di operare all’interno della società. Se non ne è capace, la patente la prenderà a 19 o vent’anni o quando sarà..”

“Attenzione – ammonisce Lorenzo Fontana, vicepresidente della Lega – a non sottovalutare quanto è accaduto sul Garda questa estate: a Bruxelles come a Parigi abbiamo già visto episodi simili e come la situazione è degenerata. C’è un problema di accettazione delle regole dello stato democratico e del nostro modello di vita che non può essere risolto semplicemente attraverso un documento: ius scholae o ius soli non sono la soluzione tout-court come ritengono con molto semplicismo i miei colleghi della sinistra. Non è il pezzo di carta che fa un buon cittadino, ma un sistema di accoglienza serio, dove non si premia l’illegalità a partire da come una persona accede al nostro Paese. Attenzione massima anche alla questione di genere: le minacce alle ragazze che rientravano da Gardaland in treno sono già accadute in Francia dove alle ragazze è impedito di poter esprimersi, di muoversi liberamente, e dove un nuovo razzismo violento sta colpendo, ad esempio, la comunità ebraica. Attenzione alle seconde e terze generazioni, ma anche coinvolgimento dei ragazzi nella vita della comunità: questo il senso della nostra proposta di nuova “leva obbligatoria”: imparare i fondamenti della protezione civile, del pronto soccorso come mezzo per imparare ad impegnarsi per la propria comunità».

A margine, Lorenzo Fontana ha commentato gli ultimi eventi della campagna elettorale a dieci giorni dal voto: «Gli elettori sanno perfettamente chi in questo momento sta aggredendo, anche fisicamente, gli avversari politici e chi sta producendo dossier ad arte. Gli Italiani hanno già visto queste cose e nell’urna daranno la loro risposta».

Fra 2 anni e poco più si vota per le Regionali. Luca Zaia ha già completato il numero massimo di mandati. Non è ora di un presidente veronese che manca da cinquant’anni? «Si, è ora e sarei felicissimo di avere un veronese alla guida del Veneto. Ma prima di candidare qualcuno, bisogna pensare all’offerta che in questo momento dà il centrodestra scaligero. Contano le persone e contano i comportamenti: il centrodestra a Verona ha dato una pessima immagine di sé: si è comportato senza lungimiranza – e sì che lo dicevo da almeno due anni che così i andava a sbattere – ; si è diviso e gli elettori lo hanno giustamente punito. Ma da giugno, il centrodestra ha messo la testa sotto la sabbia, rifiutandosi di analizzare quanto è successo  e perché. Senza un po’ di autocritica diventa difficile pensare di proporsi a guidare la Regione. Mi auguro che questa riflessione venga fatta quanto prima, se vogliamo davvero immaginare di proporre un candidato veronese nel 2025».