(di Francesco Bovolin) Alzi la mano chi non ha mai visto la pubblicità (famosa quella in Piazzale Ludovico Scuro, davanti al policlinico di Borgo Roma) di uno studio legale associato che si dichiara specializzato nell’ottenere risarcimento per cure mediche, e quindi anche odontoiatriche, di cui il paziente non è soddisfatto.

E noi, come direbbe Zaia, “ragioniamoci sopra”. La medicina – e ribadisco che ogni volta che dico “medicina” intendo anche “odontoiatria”- è sì una scienza, ma non è una scienza esatta. La matematica è una scienza esatta. La medicina no. Nonostante gli innumerevoli e grandissimi sforzi della ricerca, che tutti conosciamo e dei quali ai ricercatori siamo riconoscenti, la medicina ha un margine di insoddisfazione che deriva non tanto dal vero e proprio “errore”, ci mancherebbe, ma dall’impossibile previsione esatta di quali saranno le risposte del nostro organismo alle cure messe in atto.

Quindi è lecito aspettarsi, a volte, che le attese del paziente siano parzialmente in contrasto con i risultati ottenuti. E qui si inserisce lo studio legale specializzato nel risarcimento di cure insoddisfacenti. Il miraggio di un risarcimento economico, magari assai importante, fatto balenare come risultato certo certissimo dell’azione da intraprendersi, ha facile presa su molti.

Il problema, il nocciolo della questione, sta nella valutazione preventiva che dovrebbe essere fatta prima dell’avvio della causa civile. Non a caso ho detto causa civile anziché penale. Per avviare una causa penale occorrono presupposti gravi, da portarsi avanti con atti legali assai più impegnativi di una causa civile. Per chiedere e sperare di ottenere un risarcimento, invece, l’impegno è assai inferiore e quindi più facile da affrontare da parte di qualsiasi avvocato.

Ma esistono sempre i presupposti per intentare una causa o piuttosto molte di queste andrebbero definite, come si direbbe in molti paesi del nord Europa, una “lite temeraria”? 

Lite temeraria. Grande definizione di un comportamento censurabile che tuttavia, mentre in quei paesi comporterebbe per l’attore, cioè chi la causa la fa, un risarcimento sicuro verso l’ingiustamente accusato, il medico, danneggiato da una azione fondata sul nulla, in Italia (ahinoi definita patria del diritto) pur avendo riconoscimento di legge, la “lite temeraria” perché si concretizzi  richiede un ulteriore percorso nel quale si dimostri la “prova della malafede” dell’attore. E, considerati i tempi e i relativi costi, il più delle volte il medico, soddisfatto di veder riconosciute le sue ragioni, avrà poco desiderio di continuare a frequentare i tribunali. In definitiva risultato è che si può intentare una causa anche basata su argomenti oggettivi fragili ma che comunque, per l’attore, difficilmente ciò comporterà il rischio di dover risarcire colui o coloro che ingiustamente accusati, saranno costretti a difendersi con apprensione per la propria professione e spese per la propria difesa.

Ecco quindi che è nata ed è sempre una realtà, la “medicina difensiva”. La medicina cioè basata su scelte, da parte del sanitario, di interventi semplici, facili, ma privi di rischi legali. Purtroppo, però, questo quasi mai corrisponde alle scelte terapeutiche più efficaci, che sono, naturalmente, legate a percorsi di studio ed esperienze cliniche molto più impegnativi. Risultati importanti, cioè, si ottengono rischiando qualcosa di più. Ma maggior rischio corrisponde a maggior possibilità di parziali insuccessi o complicazioni, ed ecco che il sanitario, minacciato dalla paura di rivalse legali, opterà per scelte facili ma sicure, a danno, purtroppo, dei risultati clinici.

E’ questo che vogliamo?

No naturalmente, ma questo è il risultato ottenuto dall’aggressività di tanti studi legali che facendo leva sul miraggio di “aver ragione” e quindi di “ottenere un sacco di soldi come risarcimento”, si approfittano di coloro che non sempre in buona fede adiscono le vie legali per ottenere ingiusti risarcimenti.

Va detto, per capire meglio, che gli avvocati in Italia da anni sono l’unica categoria professionale che numericamente ha superato il numero di medici laureati/anno. Questo ci aiuta un po’ a capire l’inflazione di studi legali che cercano, con questi mezzi, di avere dei risultati economici, a scapito però in generale degli standard sanitari .

L’odontoiatria, non dimentichiamolo, è una scienza in continuo progresso. Non mi metto a citare gli innumerevoli rimedi di cui oggi il cittadino può giovarsi e che sino a pochi anni fa non erano nemmeno pensabili. Occorre però anche saper distinguere tra i progressi sicuri, certi, reali, e quelli che invece sono offerti come tali ma dietro un aspetto accattivante posseggono poco retroterra scientifico e fanno leva più sul marketing che sulla scienza, sul commercio che sull’etica professionale.