(in aggiornamento, ore 01.40) «I due partiti vincitori sono due partiti a trazione meridionale ed è un dato che va sottolineato dato che da trent’anni almeno il Sud non toccava palla e va capito come mai non ci siano più leader del Nord in grado di prendere voti in tutt’Italia» il professor Paolo Feltrin commenta così dall’Osservatorio elettorale del Consiglio Regionale Veneto, i primi exit poll e le prime proiezioni. I primi dati del voto al Senato vedono nel Veneto (1.300 sezioni scrutinate su 4.750) vedono il centrodestra in vantaggio col 54.2% (Fratelli d’Italia al 31.5% che “doppia” la Lega ferma al 14.1%; Forza Italia al 6.5% e Noi Moderati al 2.4%); la coalizione di Centrosinistra è al 24,9% (col PD al 17.3% che nel Veneto non teme la concorrenza del Movimento 5Stelle che da noi è inchiodato al 6% un terzo circa del risultato nazionale che ottiene Giuseppe Conte). Calenda, invece, vince la sfida con Forza Italia raggiungendo in Veneto il 8.3%.

I primi voti alla Camera a Verona vedono un exploit di Calenda al 10.8%. Il centrodestra è al 45.9% con FDI al 27.7 e la Lega al 9.2. Forza Italia è all’8 mentre i moderati sono all’1,1%. Il centrosinistra si colloca al 31% col PD al 22,2%. Per Federico Benini, assessore della giunta Tommasi: «Nel comune di Verona la coalizione che sostiene Damiano Tommasi ha il 48% dei voti e supera il centrodestra unito. Un elemento che rafforza ulteriormente l’operato dell’amministrazione comunale».

Dato pressoché definitivo sull’affluenza dei Veronesi al voto: la media è attestata ad oltre il 70%, sei punti in più della media nazionale, esattamente il 70,8% su 94 sezioni su 98 contro il 64% registrato nel resto d’Italia. Rispetto alla precedenti politiche, si sono persi quasi otto punti percentuali: allora l’affluenza arrivo al 78,4%. Nel Veneto, Belluno ha registrato l’affluenza più bassa, poco più del 63%, mentre Padova, col 72,3%, è la provincia dove si è andati di più ai seggi oggi.