Soprintendenza, Comune e Accademia di Belle arti di Verona rafforzano la collaborazione nel campo del restauro dei beni culturali condividendo gli spazi dello storico complesso in via Dogana. Vincenzo Tinè, Soprintendente alle belle arti e al paesaggio di Verona, e Marco Giaracuni, presidente dell’Accademia di Belle Arti hanno illustrato i dettagli dell’operazione, presenti il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, l’assessora alla Cultura e Rapporti Unesco, Marta Ugolini, e la direttrice dei Musei Civici, Francesca Rossi, Francesco Ronzon, direttore dell’Accademia di Belle Arti e Massimiliano Valdinoci, coordinatore della Scuola di restauro.

Il complesso monumentale della Dogana di Terra è uno dei più importanti esempi di architettura neoclassica del nostro paese. Realizzato su progetto dell’architetto Alessandro Pompei tra il 1745 e il 1748, l’edificio conserva intatto il fascino del suo quadriportico di ben 1200 mq, strutturato con doppio loggiato su tre lati e colonnato gigante sul lato opposto all’entrata, collegata da arco monumentale alla limitrofa Dogana di Fiume. Di proprietà del Demanio dello Stato è in consegna alla Soprintendenza di Verona dagli anni Settanta del secolo scorso. 

Dal 2015, trasferiti tutti gli uffici della nuova Soprintendenza integrata nella sede di San Fermo, il complesso della Dogana di Terra è stato destinato ad attività tecniche complementari, collocando nell’ala sinistra l’Ufficio Esportazione, il caveau blindato e i laboratori di archeologia e antropologia, mentre era già da tempo attrezzato come laboratorio di restauro il lato di fondo, la cd. Stallia. Nel 2018 si sono conclusi i lavori di restauro e di adeguamento funzionale dell’ala sinistra dell’edificio, realizzati con finanziamenti ministeriali. Nell’ottobre 2020 è stato concordato il trasferimento nella stallia anche dei laboratori Mosaico-lapideo e Dipinti murali dell’Accademia di Belle Arti di Verona per lo svolgimento congiunto con la Soprintendenza di attività di studio e di ricerca nel settore del restauro dei beni culturali.

Il nuovo accordo 2022 tra Soprintendenza e Accademia prevede il restauro e la riqualificazione, a cura e spese dell’Accademia su progetto della Soprintendenza, dell’ala di destra della Dogana. Già a partire dal primo semestre dell’anno accademico 2022-2023 e per i prossimi 19 anni è previsto il collocamento di tutta la Scuola di Restauro dell’Accademia di Belle Arti, con i relativi laboratori e il centro di diagnostica. Con la collaborazione anche dei Musei Civici di Verona, la Dogana di Terra diventa il primo centro integrato per il restauro dei beni culturali della Regione Veneto, con potenzialità didattiche e applicative, dalla pittura ai mosaici, al legno, alla ceramica, ai lapidei. L’Accademia, attiva già da diversi anni nell’ambito delle attività didattiche del corso per Restauratori, interviene su opere e beni di interesse artistico e culturale sottoposti a vincolo, sotto la direzione tecnica e il controllo della Soprintendenza. I due enti. insieme alla Direzione Musei del Comune di Verona, hanno individuato nella condivisione degli spazi laboratoriali della Dogana una straordinaria opportunità di estensione nel campo della ricerca, del restauro e della valorizzazione dei beni culturali.

«Tra le azioni previste dall’accordo – sintetizza il Soprintendente Tiné – rientra in primis la completa tutela e valorizzazione del Palazzo della Dogana, preservandolo dal degrado fisico e funzionale e garantendone il mantenimento grazie all’utilizzo come polo integrato di restauro, studio, ricerca, diagnostica, formazione e valorizzazione dei beni culturali»

«Il nuovo accordo – spiega il presidente Giaracuni – ha lo scopo di ottimizzare l’uso delle reciproche risorse umane e tecniche e le diverse professionalità, valorizzando la ricerca e la sperimentazione di nuove tecnologie. La condivisione di spazi e strumenti di lavoro, con la conseguente possibilità di contenerne i costi di gestione e aggiornamento, ha l’ambizione di trasformarsi in un progressivo trasferimento di competenze tra enti, con la possibilità di far convergere l’attività degli studenti in progetti e ricerche di interesse reciproco».