Lo so, avete voglia di sushi. Cosa non si darebbe per un bel piatto di pesce trattato da un finto chef giapponese. Ecco se avete quella voglia lì, non avvicinatevi a Frèkt, il ristorante abruzzese di Verona. Volete un tavolo con vista sulla magnificenza dell’Arena per guardare e farvi guardare? Ecco, se avete quella voglia lì non vi conviene andare in via Francia, una zona piena di gente che lavora per davvero, che guarda alla sostanza e fondamentalmente se ne sbatte del contorno. Per carità, a Frèkt non manca niente. Arredamento essenziale, moderno, lontano dal cliché di una cucina tradizionale.

Ma della cucina tradizionale c’è tutto quello che serve nelle proposte della chef. E cosa c’è di più tradizionale di una famiglia? Claudio, Amelia e Gabriele. Abruzzesi trapiantati a Verona che sei anni fa decidono di proporre la cucina teramana con una scelta molto attenta di materie prime. Tutti hanno un proprio ruolo: Claudio, il fondatore, segue la gestione generale e, quando serve, la griglia; Gabriele gestisce la sala e la griglia; Amelia, la chef,  si occupa della cucina.

Dal tagliere dei salumi ai primi ai secondi – dove regina è la pecora – tutto qui è Abruzzo DOC. E la carta dei vini offre uno spaccato di una regione che non a caso Wine Enthusiast indica in questi giorni – unica regione europea – quale candidata a “territorio del vino” del 2022.

Da un tris di bruschette, alla pasta fresca all’uovo alla chitarra condita col classico sugo teramano con pomodoro e piccolissime polpettine di carne e parmigiano, alle fettuccine dell’entroterra con pasta fresca e riduzione di Montepulciano con ragù bianco di cinghiale, già i primi piatti sono in grado di portare i commensali direttamente a metà strada fra il Gran Sasso e il mare Adriatico senza fare la fatica del viaggio.

La pecora – dicevamo – è un vero punto di forza. La scelta qui spazia dallo stracotto alla Callara con polpa di pecora, erbe aromatiche, aglio rosso di Sulmona e una lunghissima cottura, alla svizzera (lo so, voi coi vostri figli lo chiamate hamburger, ma qui al massimo si va sul lamb-burger) con 200 grammi di succosa carne cotta alla brace con formaggio ovino semi stagionato; agli arrosticini di carne di pecora nel rispetto della migliore tradizione abruzzese. Vino teramano ovviamente che si abbina perfettamente, un Montepulciano d’Abruzzo Doc che vi accompagnerà sino al dolce – per noi, un tiramisù a base di mascarpone con cantucci abruzzesi fatti in casa affogati nel caffè. Poi, potete cedere ad un cent’erbe da 40 o 70 gradi. Dipende dal grado di testosterone presente nelle vostre vene.

Non siete ferrati nella gastronomia d’Abruzzo? Nessun problema, chiedete al personale di sala. Efficienza e cortesia vi guideranno. Ma Frèkt cosa ci rappresenta? Cosa vuol dire? Si usa al posto del foresto “wow” sulle colline teramane, un’esclamazione di stupore e ammirazione. Come la nostra, dopo cena.