Sono 52 edifici scolastici di competenza della Provincia. Le iscrizioni sono 35.775 con un aumento di 485 studenti, soprattutto in città, che accoglie il numero più consistente di istituti: + 270 alunni di cui 195 solo al Cangrande. Sempre in città cresce il Marconi (+ 5 classi), mentre calano le classi al Galilei (-3), Berti (-2) e Montanari (-2). Nell’ambito della Valpolicella, 29 alunni in meno. Cresce il Levi (+34).

Lieve decrescita anche nell’ambito del Lago, che perde 42 iscritti e 2 classi. Alla contrazione di tre classi del Carnacina tra Bardolino e Valeggio, si contrappone la crescita del Marie Curie di Garda (+48 iscritti). Crescono, invece, gli ambiti di Villafranca e San Bonifacio.

Il primo di 132 alunni e 2 classi, per il buon andamento dell’Anti, del Medi e del Bentegodi. A calare, nel villafranchese, il Bolisani (- due classi e -35 studenti).A San Bonifacio cresce il Guarino Veronese (+69 studenti) mentre risultano in leggera flessione al Dal Cero (-15 iscritti) e a Caldiero la succursale dello Stefani-Bentegodi (-13 iscritti).

Nell’ambito del legnaghese, exploit atteso al Da Vinci di Cerea (più 7 classi anche per l’attivazione di un nuovo indirizzo), più una classe per il Minghetti e il Silva-Ricci, mentre il Cotta e il Medici ne “perdono” rispettivamente una e due.

La Provincia per riorganizzare gli spazi in base alle iscrizioni e fornire gli arredi per la ripartenza delle lezioni, ha investito negli scorsi mesi circa 400 mila euro.

Siamo riusciti ad intercettare oltre 23 milioni di euro dal Pnrr per gli istituti superiori veronesi – ha ricordato Scalzotto – per un investimento totale, attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che sfiora i 25 milioni. I primi interventi sono già iniziati e riguardano l’efficientamento energetico, l’antisismica, opere di messa in sicurezza, ampliamenti e nuovi edifici. Il 2022 registra perciò una decisa accelerazione della Provincia verso la riqualificazione degli edifici scolastici, in favore del personale e, soprattutto, dei nostri studenti”.

L’esperienza della pandemia ci ha spinti a suggerire un confronto tra enti che ci permetta di arrivare preparati a eventuali cambi di rotta dovuti alla crisi energetica – ha affermato David di Michele, vice presidente-. La Provincia intende così trovare soluzioni adeguate, nel pieno rispetto dell’autonomia e dei principi costituzionali. Ci eravamo confrontati altre volte ma ritengo sia stato finalmente chiarito che questa è una soluzione transitoria, e l’indirizzo generale della Provincia è quello di contenere nel tempo le sezioni staccate. Lo spostamento di alcune classi in via Carlo Alberto è dovuto a una crescita del tutto imprevista e a noi ufficialmente resa nota soltanto ad aprile che ci ha costretti a individuare una soluzione in tempi davvero stretti per un numero così elevato di studenti”.